SAPER ASCOLTARE E’ UN’ARTE
Non può esistere una comunicazione efficace, laddove la qualità dell’ascolto sia carente.
Come affermava Goethe “Comunicare è un bisogno, ascoltare un’arte”, un’ arte che necessita sicuramente di molta attenzione e di continuo allenamento, ma che alla fine porta a molteplici vantaggi in ogni ambito della nostra vita, in qualsiasi relazione interpersonale.
Il presupposto di partenza è che, in ogni processo comunicativo, emittente e ricevente costituiscono due realtà diverse che raramente sono del tutto consapevoli delle reciproche differenze, e che invece dovrebbero, in primis, impegnarsi a superare l’egocentrismo della loro visione di mondo aprendosi a quella altrui.
Senza aver fatto propria questa fondamentale convinzione, qualsiasi tecnica di ascolto efficace, risulterebbe superficiale e quindi, in ultima analisi, inutile.
Ascoltare, oltre il semplice sentire, significa cogliere quanto ritorna dall’altro, il feedback, a tutti i livelli, andando oltre il contenuto del messaggio per cogliere costantemente nel corso dell’interazione, le espressioni del volto, la postura, la gestualità, l’intonazione, il ritmo e il volume della voce, ma anche i silenzi, e la gestione dello spazio fisico contestuale alla comunicazione.
Tutto questo per ottenere informazioni anche a livello emotivo-affettivo e relazionale. Non solo: dal momento in cui non basta parlare la stessa lingua per capirsi bene, dato che il significato delle parole non è soltanto nel vocabolario, ma è soprattutto nella nostra testa, collegato in modo stretto alle nostre convinzioni e alle nostre esperienze, è necessario andare a verificare se quanto abbiamo capito risponda effettivamente a quanto espresso dal nostro interlocutore.
Un buon ascolto, infatti, è un processo attivo, intessuto di domande che nascano da una curiosità verso l’altro, per ottenere maggiori informazioni e per accedere ai suoi precipui significati.
Un altro elemento da non sottovalutare, è quello di ricapitolare sinteticamente quanto ascoltato e riproporlo, utile a verificare se la nostra comprensione è corretta, la qual cosa non è affatto scontata!
Perché ci sia davvero una connessione con l’altro, è necessario imparare a porsi nei suoi panni, assumendo la validità della sua prospettiva e dunque i suoi valori, le sue necessità, le sue aspettative, le sue emozioni.
Ricordiamoci che il buon esito della comunicazione dipende dalle capacità a dai comportamenti di tutti i soggetti coinvolti, la responsabilità va quindi condivisa, non appartiene ad un solo.
Cercando di svuotare la mente da qualsiasi giudizio, quando ascoltiamo poniamoci queste domande:
-cosa intende realmente esprimere la persona che sta parlando?
-quali emozioni e sensazioni sta provando?
-capisco veramente quello che vuole comunicarmi intenzionalmente e non?
Marianella Sclavi, sociologa e autrice del libro“Arte di Ascoltare e mondi possibili” individua sette regole d’oro per un ascolto efficace:
Non avere fretta di arrivare a delle conclusioni. Le conclusioni sono la parte più effimera della ricerca.
2. Quel che vedi dipende dal tuo punto di vista. Per riuscire a vedere il tuo punto di vista, devi cambiare punto di vista.
3. Se vuoi comprendere quel che un altro sta dicendo, devi assumere che ha ragione e chiedergli di aiutarti a vedere le cose e gli eventi dalla sua prospettiva.
4. Le emozioni sono degli strumenti conoscitivi fondamentali se sai comprendere il loro linguaggio. Non ti informano su cosa vedi, ma su come guardi. Il loro codice è relazionale e analogico.
5. Un buon ascoltatore è un esploratore di mondi possibili. I segnali più importanti per lui sono quelli che si presentano alla coscienza come al tempo stesso trascurabili e fastidiosi, marginali e irritanti,perché incongruenti con le proprie certezze.
6. Un buon ascoltatore accoglie volentieri i paradossi del pensiero e della comunicazione interpersonale. Affronta i dissensi come occasioni per esercitarsi in un campo che lo appassiona: la gestione creativa dei conflitti.
7. Per divenire esperto nell’arte di ascoltare devi adottare una metodologia umoristica. Ma quando hai imparato ad ascoltare, l’umorismo viene da sè.”
“Come si fa a mangiare un elefante? Mangiandolo un morso alla volta!” recita più o meno così un antico detto africano: ecco perché vi invito a mettere in pratica una regola alla volta e di farla pian piano vostra, con tanta pazienza e costanza, sperimentando da da voi quali benefici vi torneranno e che, ne sono certa, compenseranno di gran lunga gli sforzi!
Francesca Seno