IL CERVELLO HA UN SESSO?
Iniziamo con questo articolo un piccolo viaggio nel mondo delle differenze tra maschi e femmine, con l’intento non di dividere bensì di avvicinare questi due pianeti, Marte e Venere (cit. Gli uomini vengono da Marte le donne da Venere), di delineare delle strategie comunicative che permettano una maggiore comprensione, condivisione e crescita di entrambi.
Le diversità biologiche: il cervello ha un sesso?
Secondo diverse ricerche condotte negli ultimi anni sembrerebbe proprio di sì.
Sono state riscontrate differenze cerebrali tra uomini e donne che hanno ripercussioni comportamentali e sembrano slegate da condizionamenti culturali ed educativi. A partire dal feto, nei nove mesi di gravidanza gli ormoni sessuali, estrogeni e androgeni, oltre ad indirizzare lo sviluppo fisico del futuro bambino, sono in grado di modificare l’organizzazione cerebrale in una direzione piuttosto che nell’altra. Gli ormoni in cui siamo immersi condiziona la formazione delle sinapsi, cioè i collegamenti tra neuroni creando le prime importanti differenze.
Se gli scienziati dell’Ottocento notarono che il cervello dell’uomo è più grande rispetto a quello della donna (e qui stendiamo un velo pietoso sui pregiudizi che si scatenarono), la differenza reale, invece, riguarda i due emisferi cerebrali. Oggi si sa che in entrambi i sessi la metà di sinistra è specializzata nel linguaggio e nelle funzioni logiche, mentre quella di destra è specializzata nelle funzioni emotive, affettive e percettive.
Infatti, le donne hanno una maggiore densità neuronale a livello di sostanza grigia. In pratica, hanno più neuroni. Va detto poi che la distribuzione dei recettori per i neurotrasmettitori, molecole che consentono ai neuroni di “parlare” tra loro, è diversa tra i due sessi.
Le donne sono negate per la matematica… Gli uomini sono più aggressivi… Le donne sono più emotive… E così via… Che cosa c’è di vero in questi luoghi comuni?
Secondo alcune indagini, nella corteccia frontale e nel cingolo anteriore del cervello femminile, aree coinvolte nella regolazione del comportamento affettivo, ci sono più recettori per la dopamina, neuro-trasmettitore che si libera quando sperimentiamo qualcosa di piacevole o di sorprendente. Non stiamo parlando di differenze enormi, tuttavia sufficienti a giustificare alcune diversità.
Negli uomini, ad esempio, le aree cerebrali deputate al senso d’orientamento sono più sviluppate, e questo è in linea con una propensione a destreggiarsi meglio con le cartine stradali. L’origine di questa differenza possiamo ricercarla nel processo evolutivo: nel maschio mammifero e nell’homo sapiens, riuscire a non perdersi in un ambiente sconosciuto è stato per millenni un fattore di selezione naturale. A lui era assegnato il compito di procacciare il cibo. Anche se il progresso ha reso non più necessario dedicarsi a questo genere di attività per sopravvivere, l’evoluzione è un processo durato migliaia di anni e memorizzato dalle nostre cellule.
Continua…