Comportamenti a Rischio in Adolescenza

Comportamenti a Rischio in Adolescenza

Comportamenti a Rischio in Adolescenza

La dottoressa Cantagallo spiega quali siano le motivazioni scientifiche che stanno alla base dei comportamenti di esuberanza emotiva e di rischio in adolescenza.

Nella sua Retorica, Aristotele scriveva: “quanto al carattere, i giovani sono inclini ai desideri, e pronti a fare tutto ciò a cui il desiderio li spinge.

Fra i desideri di ordine fisico, cedono soprattutto all’attrazione amorosa e sono facili alla noia, in tutti i loro desideri, e si accendono enormemente e subito si raffreddano”.

Comportamenti a Rischio in Adolescenza

Come è noto, una delle caratteristiche che contraddistingue gli adolescenti è la tendenza a agire d’impulso, di vivere le emozioni con particolare enfasi, di lottare spesso contro la ragione e di percepire in maniera differente il rischio, senza mostrare eccessiva preoccupazione per le conseguenze delle proprie azioni.

Esistono anche motivazioni fisiologiche alla base di questi comportamenti, non soltanto motivazioni carattere sociale.

Numerosi studi nell’ambito delle Neuroscienze, afferma la dottoressa Anna Cantagallo, indicano che le origini di questi comportamenti risiedano in fattori ormonali e maturativi.

Gli ormoni, infatti, come il testosterone (per i maschi), gli estrogeni e il progesterone (per le femmine), sono responsabili della maturazione sessuale e dell’emergere delle caratteristiche somatiche legate al sesso.

Comportamenti a Rischio in Adolescenza

“Con la pubertà si verifica una vera e propria tempesta ormonale che  modifica il comportamento sotto vari punti di vista” spiega Anna Cantagallo “Nei maschi il testosterone potenzia i comportamenti violenti e aggressivi, aumentando la “fisicità” delle risposte a situazioni competitive.

Gli ormoni hanno però anche effetti specifici sul cervello” prosegue, “il THP è il precursore di tutti gli steroidi, ovvero le molecole che caratterizzano ormoni maschili e femminili,  e ormoni surrenali legati alle situazioni di stress. Il THP aumenta in maniera esponenziale durante il periodo della pubertà, agendo a livello del sistema limbico e potenziando l’ansia.

Al contrario, negli adulti, questo ormone viene secreto in risposta allo stress e ha il compito di ridurre gli stati ansiosi.

I nuclei che compongono il sistema limbico sono responsabili degli stati umorali  dei comportamenti in relazione all’emozione: nell’adolescente si scatena una sorta di esuberanza emotiva, poi nell’adulto la corteccia del lobo frontale canalizza le risposte emotive “.

“Inoltre”, spiega la dottoressa, “anche l’amigdala gioca un importante ruolo: su questo importante nucleo del sistema limbico agiscono le massicce quantità di ormoni secreti dalle gonadi.

Se pensiamo che la secrezione aumenta nell’adolescenza di circa il 30-40%, capiamo perchè ragazze e ragazzi dimostrino una volatilità emotiva accentuata e in molte delle situazioni della loro vita”.

Una scoperta importante degli ultimi anni ha confermato che il cervello continua la sua crescita sino ai 25-30 anni.

Concludendo, in adolescenza le reazioni emozionali, generate in gran parte dall’amigdala, non sono sufficientemente analizzate e compensate dalla corteccia, il che comporta un parziale capacità di giudicare le situazioni a rischio in cui si può essere coinvolti. Cosa fare quindi per ridurre i rischi?

Gli adolescenti hanno la possibilità di vivere situazioni di “rischio controllato” come le attività sportive e i giochi. In questo modo hanno la possibilità di esprimere le loro emozioni entro i limiti dettati dalle regole dello sport o del gioco.

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